lunedì 27 febbraio 2017

I MIEI 1000 GIORNI



985.
9, 8, 5: mi piace scandirli uno alla volta. 
Sono i giorni passati dall’ultima volta che ho tagliato la linea del traguardo agli Internazionali d’Italia di Mtb. Sono tanti, vero? 
Era il 22 Giugno del 2014 ed ero a Volpago del Montello. Allora non sapevo ancora che quella sarebbe stata la mia ultima volta per molto, molto tempo.

Mi ricordo ancora le difficoltà di quel giorno nonostante un’ottima gara, la terra rossa come il fuoco e l’odore dei dischi caldi. Quel giorno cercavo di filare via liscio come l'olio evitando ogni minima scossa, volevo spiccare il volo e toccare terra il meno possibile. Ora che ci penso, mi sembra ieri. 

Questi pensieri mi attraversano la mente e per un attimo mi perdo in una dimensione che non è reale. Poi sento bruciare. E' una goccia di sudore che arriva all'occhio e richiama la mia attenzione riportandomi alla realtà: sono in Sicilia, sto facendo una ripetuta, sono passati quasi 1000 giorni da quel momento e oggi c'è un bel sole caldo che mi fa sentire pieno di energie.
E' una buona cosa quando mi distraggo, perché vuol dire che sto bene, che non ho bisogno di concentrarmi troppo sui numeri che scorrono sopra al display del mio Garmin. Novembre e le sue difficoltà a mantenere il wattaggio, o semplicemente a riconoscere certe "zone" ad occhi chiusi senza il bisogno di guardare i numeri sembrano ora così distanti… Ma so che qualsiasi cifra ci sia lì sopra non sarà mai abbastanza, mai sufficiente. 
Quando ero più piccolo non avevo un contachilometri, nessun numero, nessun display da guardare, e forse era più bello. Poi con il tempo è diventata una necessità e ora non posso farne a meno se non in certi periodi dell'anno.

Mi sto allenando e ad ogni pedalata ho un flash. E' qualcosa che non riesco a controllare ma che in queste situazioni accade e basta. I secondi scorrono e ogni volta che mi alzo sui pedali vedo delle immagini. Inizio ad essere stanco ma il lavoro non è finito, quindi proseguo.
Mi viene in mente quando al prologo del Giro della Valle d'Aosta mi è caduta la catena dopo qualche centinaio di metri, io che cerco di tirarla su e Giulio Ciccone che mi passa sulla sinistra. Una scarica di rabbia mi risveglia, e poi ho un solo pensiero: sarà meglio fare un'altra ripetuta.

Il recupero tra un lavoro e l'altro sembra sempre troppo breve, eppure i numeri non sbagliano. Il timer è il mio coach e io devo fare quello che mi dice, quando me lo dice: metto il rapportone, bevo un goccio d'acqua e riparto. Sono a metà lavoro, questa volta mi viene in mente quella volta in cui mi si è incastrata una bandiera americana di alcuni tifosi distratti... Era finita dritta nel cambio nel bel mezzo di una gara di Xc, e mi sono dovuto fermare per toglierla. Questo mi da nuova forza, sono stanco ma dai che anche questa la finisco. E poi ne faccio un'altra.

Scuoto un po' le gambe e quando riparto i primi metri sono i peggiori perché i muscoli devono riabituarsi alla fatica. La miglior tecnica per affrontare questo problema secondo me è partire forte e sopportare. Che poi alla fine forse non è neanche una tecnica, ma è la miglior opzione che hai in questi casi. Ad ogni modo chiudo gli occhi e poco dopo passa. Sto faticando davvero e ripenso alla Cirié-Pian della Mussa del 2016, quando ho chiuso ottavo e un mio compagno ha vinto ma è stato quasi come se avessi vinto io. Ad un tratto una goccia di sudore mi tocca le labbra e il sapore salato richiama la mia attenzione: pochi secondi e ho finito anche questa ripetuta. Forza...

Sto pedalando da qualche ora, sento le gambe stanche ma ancora capaci di dare qualcosa. Scendo, recupero, mangio una barretta, bevo dell'acqua, apro leggermente la zip della maglietta. Poi riparto.
Ripenso alle gare perse per una sciocchezza, che si tratti di mtb o di strada è indifferente, a quelle spazzate via per una stupida caduta o per un errore mio. Vedo davanti a me il traguardo ma c'è già qualcuno che lo passa anticipandomi di qualche metro, a braccia alzate. Vorrei essere io e invece anche domani sarò qui, su questa salita, su questa bici, a spremermi fino all’ultima goccia per essere in questo stesso posto ma qualche metro più avanti.

E' la stessa cosa che mi succede adesso, a pochi giorni dal ritorno alla mtb. L'inverno è stato lungo e di fatica ne ho fatta tanta. Non è stato facile stare fermo 40 giorni dopo la frattura al bacino e poi ripartire da zero sentendo il sangue in gola ad ogni uscita. 
Ricordo che nella prima uscita fuoristrada in compagnia dei miei amici Matty, Matte, Marty e Gio sono caduto 3 volte per seguire "Ken" (Matte) in discesa, ero completamente in balia della bici ed è stata dura. Ma anche grazie al loro aiuto sono migliorato e, anche se ora non riesco a dire a che punto io sia, mi sento maturato nonostante ci siano tanti aspetti su cui lavorare. 
Dopo la piccola vittoria nella Xco di ieri in Sicilia ho tanta voglia di iniziare una lunga stagione. Ho passato un mese fantastico ad allenarmi in una regione che non conoscevo e che ci ha accolti come fratelli...
Sono passate appena 24 ore ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è attaccare il numero e tornare in griglia. 

Di acqua sotto i ponti ne è passata… Anzi, direi fiumi in piena e forti piogge che a volte mi hanno fatto riflettere molto su quale strada fosse giusto percorrere, i miei amici e la mia famiglia lo sanno bene. 
985 giorni dopo, a Verona, io ci sarò… Comunque vada. 

Jacky

giovedì 16 febbraio 2017

TRAINING CAMP TIME


Il vento del Mediterraneo soffia già dalle prime ore della mattina e i primi raggi di luce entrano dalle persiane facendo presagire una bella giornata di sole da passare in sella. La sveglia solitamente è alle 8.30, ma non c’è un orario preciso per alzarsi. In ritiro siamo in tre, io (Jacopo Billi), Mattia Setti e Adriano Caratide, e staremo qui per tutto il mese di Febbraio. 
La colazione è forse il pasto più importante perché è quello che “riempe la gamba” prima di uscire ad allenarsi, quindi si cerca di mangiare molto, variando le quantità in base alle ore in programma. Muesli, yogurt greco, cereali, miele, fette biscottate, marmellata e

sabato 22 ottobre 2016

LA MIA STRADA


La bici da corsa è molto diversa dalla mtb.

Guidare una mtb ti dà un brivido che ricorda libertà e allo stesso tempo trasmette scosse lungo tutto il corpo, di cui poco alla volta non puoi più fare a meno. Per me è come una droga.
Fai un giorno senza, e stai bene. Ne fai due, e ti senti strano. Poi il corpo inizia a darti dei segnali... Ha bisogno della sua dose, di quel brivido che ti sale lungo la schiena mentre scendi tra gli alberi e spingi sui pedali, completamente focalizzato sul sentiero, sui sassi, sulla natura.
Ed è qui che solitamente trovo il "flow".
Per me il flow è quel preciso istante in cui senti di essere in perfetta sintonia con il mezzo, l'attimo in cui dici alla bici dove andare e lei ti segue, si fida di te. E a quel punto diventi una cosa unica con lei. Può durare un'ora intera oppure pochi secondi, e capita poche volte, quindi conviene giocarsele bene.

Su strada è diverso, trovare il flow è più difficile. Forse perché sotto le ruote non scorre la terra, ma l'asfalto... O forse perché è un movimento più lineare, fatto sta che diventa difficile trovarlo.
Ma quando ci riesci... Beh, quando ci riesci (quasi sempre in salita) senti scariche di adrenalina salire e scendere nelle gambe, la pedalata fluida e facile anche se sei a tutta, ti senti in paradiso. E vai che è una favola.
La musica ti aiuta a cercare il flow e ti spinge in quella direzione, o almeno

lunedì 12 settembre 2016

QUANDO SCEGLI IL TUO CAMPIONE



Lo ricordo come fosse ieri.

Era il Luglio del 2007, un caldo infernale e il Tour de France in tv. Non avevo seguito né le vittorie di Lance Armstrong, né le imprese di Pantani appena qualche anno prima. Conoscevo qualche ciclista per fama, ad esempio Danilo Di Luca perché aveva fatto grandi cose al Giro, ma del Tour de France proprio non ne sapevo niente. Poi arrivò quell'estate calda ed in particolare un giorno sui Pirenei che cambiò il mio modo di vedere il ciclismo.
Quindicesima tappa, salita del Peyresourde. Accendo la tv, inizio a guardare, e
mi piace anche se non conosco i corridori e non ci capisco poi molto. Il commento di Cassani e Bulbarelli mi aiuta ad orientarmi in quel mondo così strano e apparentemente complicato delle corse, e lo sanno fare bene guidandomi dentro la gara con naturalezza e competenza, scandendo con

venerdì 15 gennaio 2016

COME QUANDO VAI ALL IN


AUGH,

finite le feste sono tornato al lavoro sul Lago di Garda, dove ho passato quasi 2 settimane in compagnia dei miei nuovi compagni di squadra per continuare a costruire le basi di quella che sarà una lunga ed importante stagione.
Dopo un Novembre tranquillo e un Dicembre con i primi lavori leggeri e tante ore in palestra, è arrivato il momento di darci dentro con la giusta grinta e la motivazione dei giorni migliori.
Quest'anno sarò un corridore della General Store e sono orgoglioso di

martedì 1 dicembre 2015

AL CICLISMO




E' la tua aria aperta che fa la differenza. Fortuna che la porti sempre con te.

Ma anche la strada, i fossi, gli alberi a bordo strada, le colline. Hai proprio tante qualità, devo dire.
Sono i piccoli dettagli, le cose di tutti i giorni che messe insieme fanno la differenza, dando vita allo sport. A questo sport, a te in particolare.
Alla fine col passare del tempo lo si nota sempre meno, e si tende a dimenticare, ma la tua vera qualità è l'ambiente. Non hai limiti.
Se voglio salire? Salgo. Se voglio girare a destra? Giro. Voglio fermarmi? Mi fermo.
Libertà assoluta di movimento.

domenica 20 settembre 2015

101 VITTORIE E SCONFITTE






Ne è passato di tempo dal lontano Gennaio del 2012, quando decisi di aprire questo blog per farvi entrare nel mio mondo raccontandovi le mie gare, i miei weekend, i miei allenamenti e tanto altro.
Sono passati anni e se ci pensate sono successe davvero tante cose. Ricordo quando scrissi il primo articolo, intitolato "Nuovo blog", di appena 6 righe. Avevo 17 anni e probabilmente mai avrei pensato di arrivare al'incredibile numero di 100 articoli, anzi, 101 con questo che state leggendo.
Non ho dato troppa importanza al numero 100 perché in quell'occasione mi sono concentrato sul Giro della Valle d'Aosta (qui l'articolo QUEGLI ULTIMI 40 KM) ma adesso mi sembra doveroso ricordare questo traguardo, con un articolo in più.

L'idea del blog è nata così, da un giorno all'altro e forse all'inizio con davvero poca convinzione, ma con il tempo voi mi avete fatto capire che in qualche modo piaceva. Così ho continuato a scrivere e

giovedì 20 agosto 2015

QUEGLI ULTIMI 40 KILOMETRI


Il Giro della Valle d'Aosta.
Lo sognavo da un anno, da quando nel Luglio del 2014 decisi di passare su strada. Aprivo Facebook e vedevo foto, video e commenti su questa corsa, così decisi che un giorno ci sarei stato anch'io.
12 mesi dopo eccomi qui, in Francia, su un paio di rulli, con indosso un body attillato pronto a scaldarmi come facevo una volta, in Mtb. La prima tappa sarà un prologo di soli 5 km e 400 metri tutti in salita, è sera e parto per terzultimo, alle 19.03.
Mi sono preparato a lungo per questo appuntamento: nell'ultimo mese niente pizze, niente birre, niente uscite con gli amici, niente dolci.
Solo bici, allenamento, riposo, altura.
Il mio unico interesse era di arrivare ad oggi, il 14 Luglio, al massimo delle mie forze, e credo in qualche modo di esserci riuscito.
Sui rulli inizio a far alzare i battiti e mi sento bene, so che a questa corsa ci sarà

mercoledì 10 giugno 2015

UN ANNO A TUTTA

Sono passati ormai quasi 4 mesi da quella che è stata la mia prima gara da Under 23 su strada, la Coppa San Geo. Se mi volto a guardare gli ultimi mesi, ne sono successe di cose, e mi è difficile ricordarle tutte. Il mondo della strada è decisamente molto più complicato di come potrebbe apparire, e quest'anno ho avuto la fortuna di osservarlo da dentro, andando oltre a ciò che si vede in tv o a bordo strada. Credetemi, nel bene e nel male, è molto di più di tutto ciò. 

Ho fatto delle scelte che mi hanno portato a fare delle rinunce, e queste rinunce mi hanno spronato a non perdere mai di vista la giusta strada da percorrere.
Non posso nascondere che gli ultimi mesi siano stati duri, veramente duri. Dopo le prime gare interpretate con prudenza per imparare a correre, a muovermi, a fare sempre meno errori, mi sono buttato nella mischia mettendo da parte la paura di sbagliare. Sono arrivate le prime fughe, poi le prime gare in cui

martedì 24 febbraio 2015

IL MONDO DURO DELLE GARE


Ciao ragazzi,
sono tornato domenica sera a casa dopo due settimane di ritiro e ho tante cose da raccontarvi, tante nuove esperienze e fatiche da condividere con voi. Mi sono allenato per 10 giorni in Toscana con la squadra e mi sentivo a casa, essendo per metà toscano.
Nel complesso ho avuto buone sensazioni e mi sentivo pronto per la prima corsa, la Coppa San Geo. Aspettavo ormai da mesi e la voglia di mettermi alla prova era tanta dopo aver percorso tanti km al freddo, prima a Brescia, poi in Spagna e infine in Toscana.
Ma è stata dura.
Vi racconto.


21 Febbraio | COPPA SAN GEO | 156,3 km
Oggi io e i miei compagni giochiamo in casa, a Brescia.
Guardo il cielo nero e capisco subito che sarà una lunga giornata. Si parte a mille, ma mai quanto in una gara di CrossCountry, quindi libero la mente e inizia la mia stagione. Una stagione completamente diversa dalle altre.
Piove, l'acqua fredda inizia a farsi sentire sempre di più. La sento scorrere nelle scarpe ed arrivare fino ai piedi, ma anche scivolare un po' alla volta dal casco fino alla schiena.
Alzo lo sguardo e davanti a me vedo solo tante

lunedì 2 febbraio 2015

UNA NUOVA SPINTA


Innanzitutto vorrei scusarmi per l'enorme ritardo nel pubblicare questo articolo, ma negli ultimi mesi sono stato più in giro che a casa e non è semplice trovare sempre il tempo e la voglia per scrivere. Da oggi pubblicherò con più regolarità. Detto questo, buona lettura a tutti.


E' tutto così diverso.
Sì, in fondo si tratta sempre di pedalare, di fare km, di sudare e faticare, ma è comunque diverso.
Per certi aspetti essere passato su strada è quasi come aver cambiato sport.
Quasi, perché anche qui la parola d'ordine è fatica, anche se si tratta di una fatica diversa da quella a cui ero abituato qualche mese fa.
La preparazione per il 2015 è iniziata il 13 Novembre e i primi 2 mesi sono volati tra sedute in palestra e

mercoledì 29 ottobre 2014

IO, LA MTB E UNA NUOVA STRADA.



Sarò breve.
Ho amato per 14 anni la Mtb, ma il prossimo anno correrò su strada, tra i dilettanti.
Lascerò quello che per anni è stato il mio mondo per mettermi alla prova in questa nuova, importante avventura. E non vedo l'ora, perché mi piacciono le sfide e ho sempre voluto provare a correre "on the road". Ora è arrivato quel momento.
Quello che voglio dirvi però, è quanto la mtb sia riuscita a darmi in tutto questo tempo. Sicuramente più di quanto io abbia dato a lei. Quindi, se avete 5 minuti, leggete ciò che ho da raccontarvi su questo sport. 

Mi ha sempre fatto sentire bene il rumore delle ruote che scorrono sui fili d'erba, che si fanno strada nella ghiaia, ascoltarle mentre schiacciano la terra, dominando il suolo.
Avere il controllo su quel movimento.
Ricordo le prime volte, quando con insicurezza facevo i miei primi km e assaggiavo i primi bocconi di libertà. Perché quando sei bambino, la Mtb per prima cosa significa

mercoledì 3 settembre 2014

LA VERA MTB E UN FINALE BRILLANTE



La Svizzera.

E' uno di quei posti che sembrano nati per tutto ciò che ha a che fare con le due ruote. Ciclabili, strade perfette, pianure veloci, salite dure e salite facili, single track da sogno tra rocce, radici e alberi. Un paradiso.
Ed io ho avuto la fortuna di stare in quel paradiso per due settimane, ospite nel Centro Mondiale di Ciclismo (CMC) di Aigle, paesino svizzero dove tutto gira intorno alla bici. Voglio portarvi in quel mondo raccontandovi le due settimane di Mtb più belle della mia vita...
Insieme a me c'erano molti altri ragazzi da diversi paesi del mondo: le sorelle Torcianti e Daniel Tassetti (Italia), Lucho e Manuèl (Argentina), James e Puddy (Irlanda), Martin (Namibia), Orkhan e Aqshin (Azerbaijan), Holly e Emily (Australia). Tutti atleti con qualità diverse e con

domenica 10 agosto 2014

LIBERTA' GRANDE



Ciao amici,
vi scrivo da casa (in ritardo, lo so) dopo due settimane molto intense ma allo stesso tempo produttive e divertenti.
Sono stato ospite in Valle d'Aosta dei miei amici Omar e Arald  per una settimana, ho passato dei giorni davvero fantastici a casa Garbolino tra pedalate su salite dure e lunghe, partite a poker, sfide a bowling e tanti altri momenti trascorsi sempre in compagnia di gente speciale.
Una settimana di "riposo" (anche se in realtà ho pedalato quasi 17 ore) per staccare un po' dal mondo racing e dall'atmosfera a volte pesante che questo porta con se.
Una settimana che mi ha regalato quella sensazione di libertà grande che si prova poche volte. E vi spiego perché.

lunedì 21 luglio 2014

TRICOLORE: LA GARA VISSUTA DA DENTRO


Luglio 2008, Campionato Italiano Esordienti secondo anno, Gorizia.
Penso a questa data e mi vengono in mente tante cose, in primis il risultato: un 6° posto.
Ero un giovane esordiente alla seconda esperienza tricolore. Io, la mia "La mauro" rossa e un paio di freni a disco montati pochi giorni prima proprio in occasione della prova nazionale.
6 anni dopo sono tornato a Gorizia e a distanza di tanto tempo è cambiato quasi tutto: la bici, la squadra, il percorso, la preparazione e tante altre cose.
Non sono cambiati invece i minuti prima della gara, eterni, tra il caldo incredibile e la tensione altissima. Chiudo gli occhi, ripasso velocemente le prime curve mentre una canzone mi carica di adrenalina e sono pronto.
1 minuto. 30 secondi. 15 secondi.
Start.
Musica, casino, urla.
Parto a tutta, prima curva verso destra tutta all'esterno come da programma e inizia il mio