lunedì 12 settembre 2016

QUANDO SCEGLI IL TUO CAMPIONE



Lo ricordo come fosse ieri.

Era il Luglio del 2007, un caldo infernale e il Tour de France in tv. Non avevo seguito né le vittorie di Lance Armstrong, né le imprese di Pantani appena qualche anno prima. Conoscevo qualche ciclista per fama, ad esempio Danilo Di Luca perché aveva fatto grandi cose al Giro, ma del Tour de France proprio non ne sapevo niente. Poi arrivò quell'estate calda ed in particolare un giorno sui Pirenei che cambiò il mio modo di vedere il ciclismo.
Quindicesima tappa, salita del Peyresourde. Accendo la tv, inizio a guardare, e
mi piace anche se non conosco i corridori e non ci capisco poi molto. Il commento di Cassani e Bulbarelli mi aiuta ad orientarmi in quel mondo così strano e apparentemente complicato delle corse, e lo sanno fare bene guidandomi dentro la gara con naturalezza e competenza, scandendo con
le loro voci un ritmo che si fa sempre più frenetico.
C'è Michael Rasmussen in maglia gialla, danese di 60 kg scarsi che in salita vola ed è leader della corsa, e poi c'è un giovane spagnolo di nome Alberto Contador, in maglia bianca.

Ci metto un solo secondo a prendere una decisione ed è lì, in quel preciso momento, che scelgo il mio Campione.
Quello che poi seguirò per anni, quello che tutti noi abbiamo.
Scelgo Contador per vari motivi. Mi piace il nome, mi piace la sua pedalata, mi piace il fatto che non si faccia problemi a scattare in faccia alla maglia gialla rischiando tutto.
Ma la cosa che mi colpisce di più è la determinazione che ci mette, il modo in cui corre. Abbassa la testa, cala due rapporti, si alza in piedi e parte come un dannato mentre Rasmussen prova a prendergli la ruota. Contador sembra un pugile che saltella sul ring e ogni pedalata è un gancio diretto al suo avversario. Uno, due, tre, quattro scatti micidiali.
Sono a bocca aperta.
Il più grande spettacolo a cui abbia mai assistito.
Nei tornanti quei due vanno così forte che sono costretti a frenare, le moto devono farsi spazio tra la folla perché quei due fenomeni arrivano a velocità folli e in secondo gli sono addosso. Contador è letteralmente scatenato, un tornado in piena azione mentre cerca di scrollarsi di dosso l'ultimo rivale, senza riuscirci. Sempre perennemente in piedi, tira giù un dente alla volta mentre Rasmussen si aggrappa al manubrio, anche lui in piedi, appellandosi a non so quali Santi.
Scollinano al G.P.M. insieme mentre continuano a passare a doppia velocità tutti i corridori che erano in fuga fin dall'inizio, poi arrivano insieme al traguardo. Primo lo spagnolo, secondo il danese.

E io, senza parole, ho trovato il mio Campione.

Jack

5 commenti:

  1. io ho scelto te,esempio di forza e umiltà,dote non comune che farebbe la fortuna di tanti giovani,ma questo talento appartiene solo a te.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre troppo buono, sei grande Max. Grazie, e a presto!

      Elimina