Se dovessi descrivere in poche parole Manuel Fumic sceglierei queste: velocità, stile, birra, divertimento e personalità.
Ma poi aggiungerei anche Porsche, Vespa, Germania, Cannondale, Sudafrica, caffè.
Ma poi aggiungerei anche Porsche, Vespa, Germania, Cannondale, Sudafrica, caffè.
E’ uno dei pochi bikers “old school” che più ha saputo adattarsi al nuovo Cross Country nonostante le cose siano cambiate, e non poco, negli ultimi 10 anni. Se lo si guardasse oggi correre su e giù per i nervosi percorsi di Coppa del Mondo, quasi non si direbbe che arrivi da un’altra epoca fatta di salite lunghe, percorsi infiniti e gare di 2 ore e mezza.
Un mondo dove i rocky garden non esistono. Ma ci pensate?
Questo era l’Xco 10 anni fa, e lui l’ha visto cambiare di anno in anno come tanti altri suoi
coetanei.Un mondo dove i rocky garden non esistono. Ma ci pensate?
Questo era l’Xco 10 anni fa, e lui l’ha visto cambiare di anno in anno come tanti altri suoi
E’ passato dai body attillati ai baggy shorts, dai manubri da 50 cm a quelli da 70, dalle front con le ruote da 26″ alle full da 29″. E pensare che c’è stata molta più evoluzione dal punto di vista tecnico nella mtb piuttosto che nella strada, tra freni a disco e forcelle sempre più leggere, canotti telescopici e trasmissioni ad 11 velocità.
Fumic è stato sempre uno dei primi a provare le novità, a fare da tramite tra le fabbriche e i campi gara di altissimo livello. E poi naturalmente a pubblicizzare il tutto attraverso la sua immagine semplicemente fenomenale di rider che pensa tanto a divertirsi oltre che ad essere un vero professionista.
La sua passione per i motori e per la velocità, non solo sulla bici, lo si nota dalla sua Porsche 911 e dalla sua Vespa. Il Sudafrica invece è per lui una seconda casa, dove può rilassarsi, allenarsi e staccare un po’ dalla monotonia europea.
Fumic è stato sempre uno dei primi a provare le novità, a fare da tramite tra le fabbriche e i campi gara di altissimo livello. E poi naturalmente a pubblicizzare il tutto attraverso la sua immagine semplicemente fenomenale di rider che pensa tanto a divertirsi oltre che ad essere un vero professionista.
La sua passione per i motori e per la velocità, non solo sulla bici, lo si nota dalla sua Porsche 911 e dalla sua Vespa. Il Sudafrica invece è per lui una seconda casa, dove può rilassarsi, allenarsi e staccare un po’ dalla monotonia europea.
Vederlo sfrecciare sui percorsi guidando morbido e veloce è sempre un piacere, nonostante abbia raccolto meno di altri negli ultimi anni. Non ha mai vinto una prova di Coppa ma ci è sempre andato vicino, con grande costanza e con la capacità, a volte, di far parlare di sé anche senza essere sul primo gradino del podio.
Il secondo posto al Campionato del Mondo in Sudafrica nel 2013 è sicuramente la sua miglior prestazione, arrivata in un’annata partita male con la frattura della clavicola ad inizio stagione, ma finita in crescendo ad una manciata di secondi dalla maglia iridata.
Il secondo posto al Campionato del Mondo in Sudafrica nel 2013 è sicuramente la sua miglior prestazione, arrivata in un’annata partita male con la frattura della clavicola ad inizio stagione, ma finita in crescendo ad una manciata di secondi dalla maglia iridata.
Quest’anno potrebbe essere l’ultima occasione per lasciare il segno alle Olimpiadi, l’ultima possibilità di afferrare quella medaglia che, dopo ben 3 Olimpiadi, ancora gli manca e che in fondo tutti vogliono.
Anche questa volta la strada per arrivare così in alto è la stessa di sempre.
L’inverno trascorso al caldo di Cape Town, poi l’estate passata a “raidare” le colline tedesche e tutti i trails più cool del pianeta, con tanti km in altura a Livigno tra una gara e l’altra. E ovviamente litri di caffè (di cui va matto) per tenersi belli svegli e non perdere mai di vista il bersaglio.
Anche questa volta la strada per arrivare così in alto è la stessa di sempre.
L’inverno trascorso al caldo di Cape Town, poi l’estate passata a “raidare” le colline tedesche e tutti i trails più cool del pianeta, con tanti km in altura a Livigno tra una gara e l’altra. E ovviamente litri di caffè (di cui va matto) per tenersi belli svegli e non perdere mai di vista il bersaglio.
Con la “manetta” del gas sempre aperta e una vita che sa di spettacolo.
Jack
Nessun commento:
Posta un commento