lunedì 6 giugno 2016

TEAM SKY: ASCESA DI UNA SQUADRA MAESTOSA


Oggi il Team Sky è un passo avanti a tutti. 


Storia di come in 7 anni questa squadra è arrivata in cima al mondo.
Il Team Sky è maestoso, affascinante e a tratti anche misterioso. Una cosa è sicura: o piace o non piace. Non è certo una di quelle squadre che passano inosservati, senza lasciare il segno.
Alla nascita del team, nel 2010, Dave Brailsford (manager della squadra) dichiarò: “L’obiettivo è avere un vincitore britannico al Tour entro cinque anni, raggiungibile ma molto ambizioso”. Obiettivo pienamente realizzato in soli 3 anni, con quel Sir Bradley Wiggins che riuscì a stupire tutti prima ancora che a cronometro, sulle grandi salite alpine della corsa francese.
La crescita della squadra è stata in qualche modo lenta ma regolare, anno dopo anno sono stati raggiunti tutti gli obiettivi e quest’anno, con la prima vittoria di una Classica Monumento (Poels alla Liegi-Bastogne-Liegi), il cerchio si è chiuso. E nonostante la débacle con conseguente ritiro di Landa all’ultimo Giro d’Italia, siamo sicuri che gli uomini nero-azzurri sapranno rifarsi già dal prossimo Giro di Svizzera e poi al Delfinato.
E ci riusciranno perché, nonostante questa squadra continui a “sbattere la testa” magari insistendo sempre su certi concetti (giusti o sbagliati che siano), anno dopo anno cresce e dimostra come seguendo la propria filosofia senza dubitarne mai si possa arrivare in alto, ma per davvero.
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Dave Brailsford, team manager e mente dello squadrone britannico.
Sicuramente il budget, cresciuto di anno in anno, è stato fondamentale. L’intera squadra è stata supportata da una vera “montagna di soldi” (cifre che si aggirano oggi sui 25-30 milioni di euro all’anno) grazie ai quali
la struttura Sky è sempre stata un passo avanti a tutti per organizzazione, innovazione ed immagine.
Bradley Wiggins in Paris
2012, Bradley Wiggins nel suo anno migliore. Tour de France e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra. La Sky mostra i muscoli.
Linea di pensiero.
L’aspetto che ha più distinto la squadra britannica è sicuramente la sua filosofia, chiara, unica, apprezzata e poi divulgata da tutto lo staff: la ricerca della miglior prestazione e la teoria dei “marginal gains“, cioè l’importanza di non tralasciare nessun dettaglio. L’atleta deve ricercare la perfezione in ogni campo, nell’allenamento, nel suo stato mentale, nell’alimentazione, nel riposo. Ad esempio, mai nessuno aveva messo sul tavolo dove i corridori mangiano, tra l’olio e il sale, il gel antibatterico per disinfettarsi le mani. E mai nessuno si era portato in Hotel il proprio materasso oppure il cuscino…
Tutti questi dettagli curati al 100% possono fare la differenza, secondo la mentalità Sky.
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La differenza tra fare le cose bene e farle meglio, da anni filosofia della squadra inglese.
Dieta & alimentazione.
Tanto scalpore ha destato la magrezza di Wiggins e di Froome al Tour de France, esempi chiarissimi di un piano alimentare che la Sky per prima ha messo in atto. Sono stati gli inglesi a introdurre nell’alimentazione dei ciclisti i frullati di verdure, l’importanza delle barbabietole rosse, le barrette energetiche prodotte in casa. E ancora i primi ad avere sempre almeno una cucina ed uno chef al seguito delle corse, a completa disposizione dei corridori.
Pianificazione, ricerca dei particolari, massima attenzione ai dettagli. Nulla è lasciato al caso.
Soren Kristiansen
Soren Kristiansen, uno dei due chef del Team Sky.
Training.
Nell’allenamento hanno introdotto (sempre per primi) l’uso quasi quotidiano dei rulli, oltre ad usarli dopo le tappe più impegnative del Tour o delle corse a tappe minori. Tutti grossi sacrifici che solo menti forti e preparate hanno saputo affrontare, mentre altri non si sono trovati e hanno cambiato aria (Cavendish il primo di una lunga serie).
quartier generle
Il quartier generale del team. Qui si organizza e si gestisce tutto il materiale.
Immagine classica e pulita.
Gli uomini Sky hanno sempre sbandierato e difeso la loro correttezza. Zero casi di doping, zero persone nello staff con alle spalle squalifiche o problemi di questo tipo, tutto incredibilmente pulito. E non solo dal punto di vista etico, ma anche estetico.
L’anima “british” infatti si nota in tutti gli aspetti, dalle divise semplici ed eleganti ai mezzi sofisticati e futuristici, che si tratti delle ammiraglie o delle bici. Persino il sito internet è aggiornatissimo, ben organizzato ed istintivo.
ammiraglia
Serve davvero una didascalia?
Forgiare Campioni.
E’ questa la più bella qualità mostrata da sempre. Almeno nei primi anni di attività la squadra non aveva in organico grossi nomi e campioni affermati, ma è riuscita a forgiarli negli anni arrivando ad essere il riferimento (insieme all’Astana) per le grandi corse a tappe. Wiggins prima, Froome e Landa ora, Thomas domani.
Poels e Kwiatowski per le classiche.
Gli inglesi sono padroni e lo saranno ancora.
Il Team Sky è servito.
E si salvi chi può.
Jack

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