Un giorno Alejandro Valverde decise di alzarsi e di riscrivere la storia. Probabilmente la mattina del 20 Aprile, all’alba della sua ultima Freccia Vallone, si fece una grossa tazza di caffè e guardò fuori dalla finestra della sua camera d’Hotel, sfregandosi le mani.
Ci sono annate buone e annate cattive ma l'”Embatido” sembra non sentire l’età e più che tutto sembra non avere mai nessun intoppo, nessun problema. Quando c’è un appuntamento lui ci arriva al 100%, e il più delle volte lo centra.
Ci sono annate buone e annate cattive ma l'”Embatido” sembra non sentire l’età e più che tutto sembra non avere mai nessun intoppo, nessun problema. Quando c’è un appuntamento lui ci arriva al 100%, e il più delle volte lo centra.
E’ impressionante il fatto che la sua prima Freccia l’abbia vinta esattamente 10 anni fa, e riguardando quelle immagini si può notare come quasi tutti gli avversari siano cambiati, così come i tempi. Infatti sembra un altro ciclismo, ed effettivamente lo è.
Ma Valverde passa attraverso il tempo trascinandosi dietro tutto e tutti, come un
tornado che ogni anno colpisce più o meno le stesse cose, e in questo caso le stesse corse.
Negli ultimi 3 anni ha usato sempre la stessa tattica ed essendo il più forte, può permetterselo: coperto e scortato per 195 km, esattamente per tutta la gara escluso l’ultimo km, quello decisivo. Il Muro d’Huy in televisione fa paura ma dal vivo è ancora peggio, con le sue pendenze che aumentano sempre senza lasciare mai possibilità di rifiatare. Valpiti (questo l’altro suo soprannome) lo prende il seconda posizione e poi resta attento in prima fila, saltando sulla ruota dei due uomini Etixx (D. Martin e Alaphilippe) mettendoli nel sacco negli ultimi 150 metri.
Sembra banale ma Valverde ha vinto così tutte le sue 4 edizioni (2006, 2014, 2015 e 2016) senza mai cambiare strategia.
Sembra banale ma Valverde ha vinto così tutte le sue 4 edizioni (2006, 2014, 2015 e 2016) senza mai cambiare strategia.
Negli anni qualcuno ha provato ad anticipare quando ancora mancavano 20 o 30 km, altri ancora sono partiti a metà muro (500 m) e qualche coraggioso (comeBetancur nel 2010) ha attaccato fin dai piedi della salita nella speranza di arrivare in cima solo. Ma il corridore spagnolo della Movistar ha capito che per vincere occorre percorrere 3 passi fondamentali:
1. Prendere il muro davanti, non in prima posizione ma neanche oltre la decima.
2. Mantenere la calma. Solo stando tranquilli e studiando gli avversari si può arrivare al massimo risultato, senza farsi prendere dalla foga di staccare gli altri o seguire chiunque attacchi.
3. Dare tutto quando mancano 150 metri e non prima. Potrebbe essere troppo presto, oppure troppo tardi per “saltare” chi ti precede.
1. Prendere il muro davanti, non in prima posizione ma neanche oltre la decima.
2. Mantenere la calma. Solo stando tranquilli e studiando gli avversari si può arrivare al massimo risultato, senza farsi prendere dalla foga di staccare gli altri o seguire chiunque attacchi.
3. Dare tutto quando mancano 150 metri e non prima. Potrebbe essere troppo presto, oppure troppo tardi per “saltare” chi ti precede.
Poche ma essenziali regole che Valverde ha rispettato perfettamente per ben 4 volte.
Jack
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