lunedì 23 maggio 2016

INTERVISTA A MARCO TUNINETTI, CREATORE DI SOLOBIKE.IT

Da anni nell’ambiente della mountainbikeMarco Tuninetti è direttore di solobike.it, uno dei siti di riferimento del panorama italiano delle ruote grasse. Sempre presente ai maggiori eventi sportivi italiani e non solo, Marco e il suo sito sono un’icona oltre che un riferimento del giornalismo italiano quando si parla di raccontare le sfide dei grandi Campioni del Cross Country, delle Marathon, della Bmx, ma anche dell’Xce e del Downhill.
Negli anni, oltre a scrivere, ha saputo “studiare” l’ambiente scoprendone pregi e difetti, sempre con il taccuino e la penna in tasca pronto a fissare i ricordi e le emozioni vissute stagione dopo stagione.
Quanti anni sono passati dalla tua prima gara di Mtb vissuta sul campo come giornalista e appassionato?
Seguo le gare praticamente da quando è nato il sito, nel 2001, ma la prima esperienza importante che ricordo anche con un po’ di nostalgia perché fatta con gli amici è stata il Mondiale di Lugano nel 2003. Per la prima volta siamo andati a vedere cosa volesse dire seguire un Mondiale, facendo un lavoro straordinario perché in quegli anni non esistevano i social e neanche tutti gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione per seguire in tempo reale uno sport poco seguito come la mountainbike.
Sei un appassionato di Mtb. In passato hai anche corso?
No, non ho mai corso ma mi piace tantissimo andare fuoristrada nonostante certe volte la
fatica sia davvero troppa. Per me significa andare in giro nel weekend quasi senza una meta con mia moglie Daniela, più che altro per ricaricare le pile in vista della settimana lavorativa. Paradossalmente il mondo “race” non mi ha mai attirato moltissimo, mentre mi hanno sempre colpito le competizioni di altissimo livello. Per me la mtb significa andare a vedere un vero e proprio spettacolo, che al momento è rappresentato dall’Xc più che dalle granfondo che comunque rispetto e seguo sempre attentamente.
Negli anni oltre ad aver seguito ogni tipo di competizione di Mtb hai visto in azione i migliori bikers della storia. Quale tra questi ti ha più impressionato e perché?
Ce ne sono sicuramente molti. In 15 anni di attività ho avuto la fortuna di vederne molti in azione. Sicuramente Paola Pezzo è la prima perché ho fondato l’associazione “Solobike” il giorno dopo la sua vittoria alle Olimpiadi di Atlanta ’96. Anche Marzio Deho è un’icona di questo sport, l’ho visto vincere un numero impressionante di gare ed è un atleta che ha una storia incredibile dal momento che è un mio coetaneo e corre ancora ad alti livelli. Forse negli anni ha raccolto anche meno di quello che avrebbe potuto per vari motivi. Tra i big più recenti direi anche Josè Hermida, una persona squisita.
Qual è stata la trasferta mondiale più emozionante per te?
Ce ne sono tante che mi hanno emozionato ma quella che ricordo con più piacere è la prima, a Lugano nel 2003. Un Mondiale super emozionante è stato anche quello a Rotorua, in Nuova Zelanda nel 2006. Anche se non ero presente ho vissuto alla grande il tutto seguendo le gare di notte. Due miei colleghi di Solobike erano gli unici italiani presenti sul posto a quel Campionato del Mondo e per me è stato come essere lì nonostante fossi a casa.
1002
Il volume fotografico di solobike.it, un lavoro capace di raccontare le emozioni dei Campionati del Mondo di mtb dal 2003 al 2013.
Tu e la squadra di Solobike avete affrontato un grande sforzo per portare a termine il progetto del libro fotografico di Solobike, “10 Mountain bike world championships”, nel quale sono raccontati gli ultimi 10 Campionati del Mondo di Xco, Xce, 4X e Downhill. Quali soddisfazioni ti ha dato l’uscita di questo volume?
E’ stata soprattutto una soddisfazione dell’intero gruppo Solobike. E’ stato un lavoro pazzesco che ci ha portato via davvero tante nottate, però era un qualcosa che volevo fare soprattutto per me stesso, per il gusto di avere qualcosa da sfogliare negli anni così per ricordare dei momenti che per noi sono stati straordinari. Il fatto di avere 20 Campioni del Mondo, tra i quali Fontana e Kerschbaumer, che hanno scritto di loro pugno un pezzo su questo libro è qualcosa di notevole oltre che una grande soddisfazione.
A proposito di libri, qual è il tuo preferito?
Purtroppo non leggo molti libri perché tra il lavoro e il sito non mi resta molto tempo libero. Comunque restando in tema ciclismo ho sempre apprezzato molto i libri di Paolo Alberati.
Il movimento italiano dell’Xc è ormai racchiuso in sole 4 prove degli Internazioali d’Italia all’anno, tra le quali resistono le classiche storiche di Montichiari e Nalles. Credi che sia sufficiente o in futuro bisognerà apportare delle modifiche al calendario magari inserendo altre prove?
Credo che gli Internazionali d’Italia siano in assoluto un fiore all’occhiello per le competizioni, e farne tante prove potrebbe far perdere di interesse. Quindi avere un numero ristretto di prove in Primavera le rende uniche e straordinarie rispetto ad avere un calendario con più gare spalmate nella stagione come ad esempio succede in Svizzera. Personalmente ritengo che poche prove ben fatte con un calendario contenuto ma di altissimo livello sia la formula migliore.
Prova Olimpica di Rio de Janeiro, specialità Xco maschile e femminile. Gli azzurri portano a casa una medaglia anche quest’anno oppure no?
Naturalmente ci spero. Salvo sorprese per la prima volta nella storia della mountainbike olimpica dovremmo avere tre atleti al via, un ottimo numero considerando che i partenti saranno circa 50. La corsa olimpica è una corsa secca dove ci si gioca tutto in un’ora e mezza di gara, quindi è difficile fare pronostici.
FontanaLondon2012
Londra 2012. Fontana vince la medaglia di Bronzo nella prova Xco maschile entrando nella storia di questa disciplina. Ora lo attende la gara di Rio de Janeiro.
Negli ultimi due anni l’Italia è tornata su ottimi livelli anche nelle Marathon grazie a prestazioni maiuscole di atleti piuttosto giovani come PorroFerraroe molti altri. Pensi che in futuro ci potrà essere posto su un podio mondiale anche per i colori azzurri?
Credo fortemente di sì, perché in questa specialità abbiamo un buon numero di atleti ancora molto giovani e il livello dà sicuramente più possibilità ai nostri rispetto alle prove di Cross Country. La Nazionale Marathon è guidata dal punto di vista dei risultati sportivi da Samuele Porro seguito da tutti gli altri, quindi credo che nei prossimi anni potremo toglierci qualche soddisfazione.
Come valuti il futuro delle Marathon?
Non me ne vogliano gli appassionati delle lunghe distanze ma per me la Mtb è principalmente Xc, la disciplina olimpica, che è sicuramente più spettacolare e appassionante da seguire specialmente se sei coinvolto emotivamente. La Marathon è una disciplina nella quale, a differenza dell’Xc, alla gente piace più che altro correre che guardare gli altri farlo, non a caso in Italia ci sono gare con centinaia di partenti e molti team che si dedicano in modo assoluto a questa specialità anche con un ottimo ritorno mediatico.
PORRO-FERRARO
Porro e Ferraro, la coppia di punta della Nazionale Italiana nelle prove Marathon. Entrambi in forza al Team “Mtb Trek-Selle San Marco”.
Da cosa è nata l’idea del sito e come si è formata nel tempo la “squadra” di Solobike.it?
L’idea nasce da una mia pazzia, ho sempre amato scrivere e negli anni ho avuto sempre collaborazioni con diversi giornali. Poi dopo 5 anni dalla fondazione di Solobike, che nasce inizialmente come gruppo ricreativo legato alla mountainbike attraverso il quale organizzavamo gite, passeggiate ed escursioni, mi è tornata la voglia di scrivere. Così decisi di creare il sito con un mio amico nonostante non avessimo alcun contatto, pian piano siamo cresciuti negli anni fino ad arrivare ad essere 15 persone in redazione. Un numero sufficiente a portare avanti il quotidiano Solobike.it senza che nessuno lo faccia effettivamente come lavoro.
Grazie per il tempo dedicato e buon lavoro!


Jack

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