Che bello il periodo della classiche del Nord.Ogni anno, quando il freddo pungente inizia ad andarsene e il sole timidamente comincia a scaldare l’ambiente, mi viene spontaneo pensare alle pietre e al fango, ai ventagli e ai tubolari che scoppiano al contatto con il pavé. La fine dell’Inverno e l’inizio della nuova stagione si portano dietro, a mio avviso, le corse più belle, quelle capaci di esaltare solo gli uomini che questo nome se lo sanno portare anche sopra la bici.
Sul divano, con la tv accesa davanti agli occhi, forse si può provare ad immaginare cosa significhi andare a 50 all’ora su quelle pietre così grosse e così piene di storia, ma pedalarci sopra, con le ferite sulle mani che si aprono ad ogni scossone e i polmoni che chiedono pietà, è tutt’altra cosa.
Sul divano, con la tv accesa davanti agli occhi, forse si può provare ad immaginare cosa significhi andare a 50 all’ora su quelle pietre così grosse e così piene di storia, ma pedalarci sopra, con le ferite sulle mani che si aprono ad ogni scossone e i polmoni che chiedono pietà, è tutt’altra cosa.
Il Giro delle Fiandre con i suoi muri leggendari, la birra belga e il cielo coperto di nuvole, mi riesce a sorprendere ogni volta.
La Parigi-Roubaix invece è semplicemente storia, gloria, eternità. Non servono altre parole.
L’Amstel Gold Race è un assaggio bellissimo di quel trittico delle Ardenne che è quasi impossibile dominare tutto, in una sola settimana. E’ cosa per pochi…
La Freccia Vallone ha dalla sua il pubblico e poi le pendenze. Con il suo Muro d’Huy è l’essenza della terra Belga, l’esempio calzante di come possono essere aspre e cattive le salite in quelle regioni del Nord così rumorose, nei giorni di Aprile, e incredibilmente silenziose in tutti gli altri periodi dell’anno.
E poi, c’è la regina, la Liegi Bastogne Liegi. Può cambiare il percorso, può piovere o esserci il sole, ma lei risplenderà sempre per la sua bellezza e per l’incertezza che riesce a trascinare con sé ogni anno fino all’ultimo km.
La Parigi-Roubaix invece è semplicemente storia, gloria, eternità. Non servono altre parole.
L’Amstel Gold Race è un assaggio bellissimo di quel trittico delle Ardenne che è quasi impossibile dominare tutto, in una sola settimana. E’ cosa per pochi…
La Freccia Vallone ha dalla sua il pubblico e poi le pendenze. Con il suo Muro d’Huy è l’essenza della terra Belga, l’esempio calzante di come possono essere aspre e cattive le salite in quelle regioni del Nord così rumorose, nei giorni di Aprile, e incredibilmente silenziose in tutti gli altri periodi dell’anno.
E poi, c’è la regina, la Liegi Bastogne Liegi. Può cambiare il percorso, può piovere o esserci il sole, ma lei risplenderà sempre per la sua bellezza e per l’incertezza che riesce a trascinare con sé ogni anno fino all’ultimo km.
Beh, non si può scordare la Classicissima, la Milano Sanremo, che si corre decisamente più a Sud ma che quando vuole sa mostrare anch’essa un carattere nordico, quasi come tutte le altre.
Non sto nella pelle a pensare a quante belle corse ci aspettano. Sono già iniziate quelle minori, collaudate per scaldare i motori e fare le prove generali in vista delle “grandi” di Marzo e di Aprile. Sono lì che aspettano, divise in due, prima quelle degli infiniti settori di pavé e poi, poco dopo, quelle dei muri di asfalto capaci di portarti in un secondo tra le stelle ma anche di rispedirti, nel giro di qualche metro, dritto all’inferno. Pendenze impossibili e vento che prova a portarti via i sogni più belli, mentre combatti da solo stringendo i denti.
Non sto nella pelle a pensare a quante belle corse ci aspettano. Sono già iniziate quelle minori, collaudate per scaldare i motori e fare le prove generali in vista delle “grandi” di Marzo e di Aprile. Sono lì che aspettano, divise in due, prima quelle degli infiniti settori di pavé e poi, poco dopo, quelle dei muri di asfalto capaci di portarti in un secondo tra le stelle ma anche di rispedirti, nel giro di qualche metro, dritto all’inferno. Pendenze impossibili e vento che prova a portarti via i sogni più belli, mentre combatti da solo stringendo i denti.
Jack
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