domenica 27 marzo 2016

25 DOMANDE A ROBERTO BARONE

OSCAR CYCLING TEAM (1)
Roberto Barone, vincitore del Trofeo Iride 2015.
Roberto Barone, dopo un passato con le ruote grasse, in Italia è ormai da un anno un’icona della bici a scatto fisso. Corre per l’Oscar Cycling Team e dopo una stagione ricca di successi e piazzamenti cerca la consacrazione in questa nuova e dinamica disciplina. Tra i suoi risultati migliori spiccano la vittoria all’Aerodrome Criterium e il primo posto nel Trofeo Iride (che quest’anno si chiamerà Criterium Italia ed è considerato il Campionato Italiano di specialità). Ecco 25 domande che ci fanno conoscere meglio il personaggio oltre che l’atleta.
Ciao Robi, come stai?
Ciao a tutti, sto bene grazie.
Racconta, per chi non lo sapesse, come funziona una gara con la bici a scatto fisso.
La bici ha un solo rapporto, che è libero, e non dispone di ruota libera, quindi quando la ruota gira i pedali la seguono e non si può smettere di pedalare. La particolarità più bella è che non abbiamo i freni, quindi possiamo rallentare usando solamente le gambe oppure facendo quello che nell’ambiente chiamamo “skiddare”, cioè bloccare la ruota. La gara dura intorno ai 35-45 minuti e non si può mai perdere la concentrazione.
Quest’anno, oltre alle 5 vittorie ottenute, spiccano nel tuo palmarès anche diversi piazzamenti. Qual è stato secondo te quello più prestigioso?
Il 9° posto ottenuto nella tappa della Red Hook di Londra. Con il mio team abbiamo partecipato anche alle tappe di Barcellona e Milano, mentre nel 2016 saremo anche alla Red Hook di New York ed è proprio lì che mi piacerebbe ottenere una vittoria. Sarebbe il massimo.
Dopo le esperienze fatte all’estero, rispetto agli altri Paesi europei, come valuti il movimento italiano di questa nuova disciplina dal punto di vista delle competizioni?Inizialmente eravamo sicuramente più indietro, poi invece il movimento italiano ha preso il sopravvento su quello estero. Da noi c’è un gran bel numero di gare e il livello è davvero alto. Pensate che nei primi 10 della Red Hook ci sono sempre circa 5 italiani.
Vivono questo sport con più o meno entusiasmo?
Anche all’estero ho trovato la stessa atmosfera di festa che si vive nelle occasioni italiane.
In genere quando si parla di fixed la si collega ad un uso cittadino. L’hai mai usata per qualcosa che non riguardasse le gare?
Per il momento no, anche perché ho scoperto questo mezzo solo un anno e mezzo fa. Ho avuto però occasione di usarla per “visitare” le città di Barcellona e Londra in occasione delle Red Hook, sia prima che dopo la gara, ed è un modo di spostarsi davvero divertente.
Dopo un lungo passato con le ruote grasse sei passato alla fissa. Come mai questa scelta?
La risposta è semplice: mi diverto moltissimo. L’ambiente è meno teso rispetto a quello della mtb, le corse si vivono con più leggerezza e svago. Ma il motivo principale è che anche lavorando e quindi potendomi allenare relativamente poco riesco ad essere competitivo, perché le gare sono più corte.
Con quale dei due mezzi ti diverti di più?
Per me sono due divertimenti diversi. In mtb mi diverto a guidare la bici, a fare salti e percorsi sempre diversi, mentre la parte divertente della fissa è tutto il contorno che riguarda la gara, l’atmosfera che la circonda.
Anche nel 2016 correrai con l’Oscar Cycling Team del tuo amico Luca Oscar. Qual è il vostro motto?
“Stai senza pensieri”. Ormai da qualche tempo ci distinguiamo per questa frase che racchiude lo spirito di ciò che facciamo.
Qual è la tua gara preferita, quella che vorresti vincere?
La Red Hook di Milano.
Un po’ come per il downhill, si collega spesso il tuo sport al divertimento, allo svago e alla spensieratezza, e forse troppo poco alla vita da atleta. Com’è davvero la vita di un corridore a scatto fisso?
Per quanto mi riguarda fare la “vita del corridore” non è fondamentale, ad esempio non faccio troppa attenzione all’alimentazione e mi alleno senza mai strafare.
Come funziona un allenamento tipico?
Mi alleno spesso con i miei compagni di squadra e usciamo sempre con la classica bici da corsa. La fixed la usiamo solamente il giorno prima della gara o al massimo una volta a settimana, anche se da quest’anno voglio passarci più tempo per allenare l’adattamento allo scatto fisso così da non dovermi abituare ogni volta che la riprendo per correre.
Vista l’importanza della forza, pratichi anche sedute di allenamento in palestra?
Durante la stagione no, mentre questo inverno ho iniziato a fare qualche sessione per migliorare la potenza negli scatti e nelle volate. In particolare mi sono concentrato molto sulla parte “alta” del corpo che è molto importante negli sprint, quando devi tirare di braccia e stare molto tempo in piedi sui pedali.
OSCAR CYCLING TEAM (3)
Barone in azione con i suoi compagni di squadra.
Quanto conta l’aspetto tecnico in bici per ottenere un buon risultato in gara?
Conta davvero molto perché è importante impostare bene la curva trovando l’angolo giusto, la “corda” migliore come si dice in gergo ciclistico. In gruppo è molto difficile mentre quando si è soli è decisamente più semplice.
Non ti manca mai la Mtb?
Sì, abbastanza. I miei compagni di squadra non la usano e di conseguenza anche io la uso sempre meno, ma qualche volta torno a fare dei bei giri nel bosco alla ricerca di un po’ di fango.
Cosa mangi di solito prima di una corsa?
Solitamente un panino tre ore prima della corsa e poi delle barrette energetiche, sempre prima di partire.
Ti piace prenderti cura della bici?
Il bello della fissa è che nn devi perdere tempo a mettere “a punto” la bici, perché non avendo il cambio e i freni le uniche cose che richiedono attenzione sono le ruote e il rapporto per la gara. Se ci sono rettilinei lunghi, allora monto un rapporto più lungo mentre se i rettilinei sono corti faccio il contrario.
Piatto preferito?
Hamburger e patatine.
La tue miglior qualità in sella e giù dalla bici?
In bici sicuramente la tecnica, grazie al passato in mtb. Nella vita di tutti i giorni mi piace divertirmi e sono un ragazzo socievole.
Un tuo difetto?
Non so stare bene in gruppo, conseguenza sempre del mio passato con le ruote grasse.
Birra o vino?
Birra.
Film preferito?
Mi prendi alla sprovvista. Diciamo che mi piacciono tutti quelli della Marvel riguardanti i Supereroi.
Hai un rito scaramantico che sei solito fare prima di una corsa?
Sì, non indosso mai abbigliamento nuovo per la prima volta in gara. Ogni volta che metto dei calzini o dei guantini nuovi la sfortuna mi colpisce, quindi preferisco evitare.
Cosa significa per te pedalare?
Libertà di fare quello che vuoi.
Ti piace fare fatica in bici?
Sì, mi piace sentire il cuore in gola e spingere oltre anche quando senti di essere al limite.
Dicci qualcosa del mondo della “fissa” che ti ha colpito?
Tutto l’ambiente che c’è al di fuori delle gare è incredibile. Non pensavo si potesse interpretare la bici in questa maniera.
A cura di,
Jacopo Billi

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