lunedì 19 maggio 2014
PROVARCI E RIUSCIRCI
Provarci e riuscirci.
Due parole che hanno un significato molto diverso. Uno spazio immenso le divide, così come succede nella vita. Provi a far quadrare le cose anche quando tutto sembra andare storto, a volte ci riesci, a volte no. C'è molta differenza tra provare a fare qualcosa e riuscirci.
Il weekend di Chies d'Alpago ne è stata la prova, nell'avvicinamento a questo appuntamento ho avuto 2 settimane difficili con gambe sempre stanche, tutti i giorni. Ho lavorato molto (come tutti, d'altronde) e ho creduto fino in fondo a quello che stavo facendo, provando tutti i giorni a far quadrare le cose.
E ho avuto l'ennesima conferma di quanto paghi lavorare bene e crederci fino alla fine.
Non è mai facile arrivare a ridosso di una gara così importante sapendo di non essere
al 100%, però spesso non bisogna pensarci perché in gara entrano in gioco tanti fattori diversi.
Come quando cadi in allenamento il giovedì prima di Nalles, pensi che tutto vada per il verso sbagliato, e poi invece fai la gara della vita. Mai smettere di provarci.
Provare a credere in se stessi anche quando in settimana esci ad allenarti e il mal di gambe non ti molla un attimo, rendendo tutto ancora più difficile.
L'atmosfera degli Internazionali d'Italia è unica, ti fa sentire parte del bellissimo mondo della MTB.
Nel giorno della gara ci ha fatto visita PPP (il mitico Pier Paolo Polla, ormai leggenda della Mtb giovanile) che si divertiva a fare manual chilometrici in discesa sulla sua bici da DH... Che stile...
Chies d'Alpago è famosa per essere la classica gara fangosa, invece quest'anno il tempo ha tenuto e il percorso è rimasto asciutto, secco, veloce. La salita era lunga e dura, la discesa era poca (o forse era solo troppo veloce) e gli avversari erano agguerriti come gladiatori pronti a combattere.
Una gara sempre tirata, dall'inizio alla fine, dove ho tenuto bene nei primi 2 giri e ho sofferto tantissimo nel terzo, quando mi hanno ripreso Bertolini e Paccagnella (nella foto qui sotto cerco di seguirli). Ho visto il "bullo" e la sua maglia blu passarmi ma ho stretto i denti e l'ho tenuto sempre a tiro, fino a quando sono riuscito a passarlo nel quarto giro.
Poco prima Righettini (già saldamente nelle posizioni di testa insieme a Vieder) ha bucato e Samparisi si è dovuto fermare a bordo strada in preda ai crampi, quindi due tra i più forti Under 23 erano fuori gioco. Davanti restavano Vieder (1° dall'inizio alla fine), Bonetto e Caneva (grande gara per tutti e due), mentre io cercavo a tutti i costi di resistere all'attacco finale di Gio.
Vi racconto gli ultimi metri...
Scollino in cima alla salita e sono convinto di essermi liberato del bullo una volta per tutte, controllo il vantaggio in discesa e so di potercela fare. Quando iniziano gli ultimi strappi però lo sento arrivare, veloce ma silenzioso, passiamo nell'area tecnica ad una velocità folle a 10 metri di distanza, io scappo e lui mi insegue. Per un attimo mi sembra di essere tornato nel 2012, quando eravamo Juniores. So che lui non è in una delle sue giornate migliori, ma poco importa, voglio batterlo. Iniziamo il penultimo strappo e in pochi metri mi raggiunge, io mi aspetto che tiri il fiato prima di ripartire e invece mi passa a tutta, lo seguo come se fosse la mia ombra ma negli ultimi 100 metri di salita non ho più forze e lo vedo arrivare 5 secondi prima di me. Eppure è così vicino... Sono quinto.
E sono contento. Come potrei non esserlo? Sono riuscito a centrare la top 20 assoluta e a mantenere il quinto posto nella generale, alla fine tutto è andato per il verso giusto.
Davanti Fontana, Tiberi e Braidot hanno dato spettacolo e dopo la gara tutti si abbracciano, si salutano e si promettono nuove sfide.
Inizia a piovere sul percorso, ma ormai è tardi, quest'anno i Bikers hanno vinto e sono stati più veloci della pioggia.
Che bella questa gente, che bello il mondo della Mtb.
Jack
Photo: Marco Boccellari; Roberto Billi
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Articolo avvincente , complimenti sia per la gara che per il racconto
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