lunedì 31 marzo 2014

CRESCIUTI INSIEME


Ricordo ancora la prima volta a Montichiari, 9 anni fa.
Il navigatore segnava ormai 3 km alla destinazione ma guardandomi intorno e vedendo solo pianura iniziai a farmi mille domande, tra cui: dov'è la salita? 
Poi se si fa attenzione, dalla foschia della pianura si riesce ad intravedere una piccola collinetta ed è lì che inizia a salirti dentro una sensazione di sollievo. Se poi hai ancora qualche dubbio non ti resta che entrare nel percorso e provarlo per capire che qui amano fare le cose in grande e più che tutto amano farle bene.
Sono nove anni che arrivo a Montichiari e ogni volta ha un sapore diverso, questa è una gara che sa stupire perché riesce a mantenere lo stesso fascino pur cambiando qualcosa ogni anno.
Lo sappiamo bene noi ragazzi che qui corriamo ormai da tanti anni e che possiamo dire di essere cresciuti insieme a questo
percorso, curva dopo curva. Sono profondamente legato a questo tracciato, ricordo quando il salto e i due Rock Garden non erano ancora stati creati ma in compenso era già presente la "salita della bestemmia". Ogni anno un cambiamento, una novità.
Ricordo quando alla sera, ancora esordienti, andavamo tutti insieme a prendere il gelato in Piazza, a pochi metri dall'arrivo, e già allora cercavo di immaginare come si sarebbe trasformata quella piazza vuota il giorno dopo.
Ricordo un giovanissimo Fontana sfrecciare tra gli alberi inseguendo Gutierrez mentre io a bordo strada, emozionato ed attento ad ogni loro dettaglio, ero ponto a scommettere che un giorno sarei partito anch'io insieme a loro, nella stessa griglia, alla stessa ora, con la loro stessa passione. 
Dopo la prestazione sottotono di Maser avevo voglia di rifarmi, così durante le due scorse settimane ho ritrovato il piacere di allenarmi e mi sono preparato con la giusta dedizione, senza troppe distrazioni.
Ho analizzato gli errori commessi a Maser e ho capito che questa volta sarei dovuto partire più tranquillo, evitando inutili fuorigiri e cercando piuttosto di trovare il risultato negli ultimi giri. 
Prima dello start ho tirato a lucido la mia Grande S e ho iniziato ad osservarla... Con su il numero 50 aveva un'aria racing, bella, aggressiva. Poi sono tornato alla realtà e dopo essermi scaldato con una buona playlist tutto era pronto. 

3, 2, 1 e mi ritrovo a spingere a tutta su per il lancio di asfalto, quando entro nello sterrato sono oltre la quarantesima posizione ma so che la gara è lunga, quindi passo i primi due giri senza esagerare, stando a ruota e tenendo sempre gli altri Under 23 (esclusi i primi 4) a tiro. Al terzo giro decido di alzare il ritmo e sento che le gambe rispondono bene, entro in sintonia con il percorso che quest'anno aveva una scorrevolezza davvero incredibile. Sponde, salti, rocce, bellissimo. Tutto il resto scompare, non vedo neanche più la gente a bordo strada.
Riesco a passare diverse persone e quando sento la campanella dell'ultimo giro sono 6° under 23, vedo il quinto, è Mattia Setti ed è a meno di 10 secondi da me. So che sta girando forte e infatti per tutto il giro non riesco a chiudere il gap, le gambe si fanno dure e quando passo il traguardo non ho più forza in corpo. 
Dopo l'arrivo è tutto un susseguirsi di abbracci, strette di mano e sorrisi che fanno scivolare via tutta la tensione presente prima dello start. Si vede un Fontana brillante acclamato dalla folla e fiducioso dopo una vittoria importante, qua e là si sente già parlare di Nalles, poi pian piano tutti tornano a casa. 
Per me la classifica dice 26° assoluto, 6° Under 23 (ha vinto il fenomeno "Tony" Cooper ), 17° italiano all'arrivo.
Il resto del pomeriggio vola in un attimo, il tempo di un gelato e di una doccia.
E' già ora di pensare a Nalles, domenica prossima, la classica di Bolzano. E come ho scritto già due anni fa, la strada è quella giusta.  

Jack




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