La Roc d'Azur.
Racchiude così tante cose che è difficile spiegarle tutte con le giuste parole.
Ma se avete tempo ascoltate.
Non è solo l'evento più figo e grande d'Europa, è anche un insieme di colori, di lingue, di aziende e di gente che arriva da tanti paesi. La Roc è una festa.
Sì, ma la Roc è anche un ritrovo di 18000 riders che fanno casino dal mattino alla sera. La Roc vuol dire vedere bici che probabilmente vedrai girare solo l'anno successivo. La Roc vuol dire trovarsi a camminare a fianco dei propri idoli tra gli stand di esposizione e poter capire quanto anche loro siano umani.
La Roc segna la fine di un viaggio che per me è iniziato a Febbraio. La Roc significa svegliarsi presto, anzi prestissimo la mattina della gara, quando ancora tutti dormono. Per rendere l'idea, immaginate un posto e metteteci dentro tutto quello che vi piace del vostro sport: ecco, questa è la Roc.
E quest'anno me la sono proprio goduta, a partire dal giro del sabato a caccia di novità tra gli stand con il mio amico Matteo e sua sorella Martina (che ha vinto la sua gara), passando poi per lo spettacolo che i ragazzi in Bmx e 4Cross hanno dato con i vari giri della morte (da far paura).
Essere Junior a questa gara significa partire alla 8 e 30 del mattino e come lo scorso anno sono dovuto uscire dal camper alle 7.00 per scaldarmi e prendere le posizioni migliori in griglia.
Sono uscito così presto che fuori era ancora buio ma poi pian piano è uscito il sole e mentre ci ordinavano in griglia ripensavo al percorso... Duro, eterno (44 km), misto tra pezzi a piedi, discese rocciose e salite ripide. Mi ricordavo tutto benissimo, visto che lo scorso anno avevo chiuso 17° con un calo di energie nel finale che ho pagato caro.
Quest'anno volevo a tutti i costi entrare nei primi 10, ma qui in Francia sono tosti. Faccio un esempio: spesso mentre ti scaldi e ti guardi intorno ti capita di vedere uno che non ti sembra possa andare più di tanto, ecco, stai certo che quello lì ti farà faticare come non hai mai fatto prima. Perchè qui curano più le gambe che l'aspetto, qui fanno MTB vera.
Stare in prima fila in questa gara mi gasava alla grande e non vedevo l'ora di partire.
Dopo la partenza nel prato iniziale c'era un silenzio pazzesco, si sentiva solo il rumore delle ruote che scorrevano veloci sull'erba. Esco dal pratone iniziale nei primi 10 ma sulla prima vera salita se ne vanno in 5 e io rimango con Rossi (che poi romperà la catena, peccato) e un altro francese.
Poco dopo per strada troviamo il campione francese Carod (terzo al mondiale) che a forza di andare come un dannato in discesa ha dato il giro. Tiriamo, ci diamo i cambi e spingiamo forte ma i primi hanno sempre 2 minuti di vantaggio.
Poi però arriviamo al Col du Bugnon e qui riesco a forzare ancora liberandomi della compagnia e recuperando qualcosa sui primi.
Riesco a passarne altri due (credo fossero francesi anche loro) portandomi in 3° posizione. Mai stato così avanti alla Roc d'Azur e ne ero stupito pure io.
Ad un certo punto, sugli ultimi strappi della corsa ho raggiunto un altro Junior che però mi sembrava di conoscere... Lo guardo dritto in faccia e capisco tutto.
E' Victor Koretzky, vice campione del mondo e vincitore di tre World Cup. E non ha bucato...
Tutto questo mi da energia, pedalo e non penso a nulla se non a staccarlo.
Ci riesco e faccio gli ultimi km spinto dalle urla dei tifosi tagliando il traguardo in 2° posizione. Amazing...
Torno a casa con una carica pazzesca per i prossimi anni e sono felice per quello che ho fatto. Mi rimarrà sempre dentro.
Anche Matte è andato bene facendo forse la miglior gara dell'anno, grande Bro.
Ora, cari amici, vi ringrazio per tutto il tempo che avete dedicato a leggere il blog (che ora si prenderà una vacanza) e spero che vi siano piaciuti gli articoli, le storie e le foto.
Si chiude così la mia miglior stagione di sempre, un anno da sogno che mi ha regalato tantissimo: La gioia della Nazionale, la soddisfazione per il 3° posto negli Internazionali, l'amaro mescolato con la felicità per il 5° posto ai campionati italiani, il dolore di un dito lussato proprio sul più bello, ma più che tutto, i colori VERDE BIANCO e NERO della Silmax Cannondale Racing Team.
Jack
P.S. Un grazie ad Aldo Cipriano per le foto, sempre molto gentile!
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