Sono i tre sostantivi del titolo gli ingredienti che mi hanno
permesso di chiudere il mio sesto campionato italiano al 5° posto.
Ora, cari amici,
se avete voglia ascoltate la mia storia, la storia della mia gara e dei miei
ultimi 4 giorni.
L'avvicinamento
a questo appuntamento è stato praticamente perfetto, la mia forma è cresciuta
in modo regolare fino al mese di luglio. Mai una gara con cattive sensazioni,
mai una giornata storta.
Invece giovedì
mentre provavo il percorso a Lugagnano dopo qualche giro sono caduto male sulla
"sassaia" e quando mi sono rialzato ho visto il pollice della mia
mano destra piegato all'indietro, mi è venuta una fitta al cuore (più per la
delusione e per la rabbia che per il dolore). Ho tirato su la mia Flash e sono
sceso con le lacrime agli occhi verso il camper e poi subito all'ospedale per
fare una lastra. Iniziavo a sentire anche il dolore alla gamba sinistra per la
botta quando il medico mi ha detto che il dito era "solo" lussato.
Insomma alla fine me lo voleva steccare, ma un non-ciclista non può capire cosa
significhi dover rinunciare a un campionato italiano per un atleta. Così ho
comprato un tutore per il dito e sono stato a riposo venerdì e sabato mettendo
del ghiaccio sia sulla gamba che sul dito nella speranza di poter comunque
correre domenica. I miei amici Matteo, Martina e Chiara ma anche mio fratello,
i miei genitori e mio zio Alberto sono riusciti in modo sorprendente a farmi
tornare il sorriso ed a convincermi che nulla era ancora detto. Il problema più
grande era riuscire a cambiare marcia visto che a ogni cambiata sentivo una
fitta al dito. Sabato sera sono tornato in bici per vedere come rispondeva il
fisico ai vari salti e passaggi tecnici del percorso e sono rimasto sorpreso da
come riuscivo lo stesso a guidare la bici. Il dolore però era forte sia nella
legnaia sia nei due salti e non riuscivo a guidare il mio fulmine al
100%.
Inoltre alla fine
del giro di prova il dito faceva un pò male e la gara prevedeva 6
tornate.
Invece la domenica
mattina mi sono alzato e per mia fortuna il dolore alla gamba era quasi svanito
e il dito stava un pò meglio. Ma dentro avevo una rabbia incredibile, non
riuscivo a non pensare ai 5 mesi di lavoro fatti fino ad ora: uscite sotto la
pioggia, mezzi pomeriggi di studio sacrificati (eheh) e allenamenti sotto un
sole torrido su e giù per una salita.
Dei minuti in cui
ero in griglia ricordo il silenzio che regnava su tutto. La concentrazione e la
tensione erano al massimo e stare in prima fila mi caricava le gambe di voglia
di spingere fino alla fine. Poi uno sparo e una partenza ottima, finisco il
lancio e sono terzo, il dolore si fa sentire ma è ancora sopportabile. Stringo
i denti e cerco di spingere il più forte possibile in salita visto che in
discesa perdo terreno e sono costretto a non passare dalla sassaia ma ad
allungare per la via alternativa perdendo a ogni passaggio secondi preziosi.
Perdo posizioni e il dolore mi ferma, mi ritrovo di colpo in nona e decima
posizione e inizio a pensare di portare all'arrivo la mia bici e basta.
Ma al 5° giro si
riaccende la lampadina, le gambe iniziano a girare di nuovo bene e quasi per
miracolo cambio marcia senza neanche pensarci perchè l'adrenalina mi fa passare
il dolore al dito. Così all'ultimo giro attacco e mi riporto sul gruppetto che
combatte per il terzo gradino del podio, ne passo uno, due, poi un altro ancora
e mi ritrovo in 5° posizione. Spingo più forte che posso fino alla striscia
bianca che significa fine, dopo sei giri intensi fatti ad una velocità spaventosa.
Sono 5°, a 22 secondi dal podio.
Il più veloce è
stato ancora una volta Schmid, primo con una gara pazzesca. La maglia tricolore
è sua e se la merita. Grande.
Secondo è
Bertolini, gran gara anche per lui, l'unico capace di impensierire Beltain.
Terzo Fumarola,
una bella gara anche per lui, il più furbo, scaltro e forte in questo finale di
gara indeciso.
Quarto Rossi, ha
avuto un grande cuore e ha dimostrato di essere un combattente fino alla fine
recuperando tantissimo.
Quinto io, ancora
una volta felice per come sono riuscito a trasformare in possibile ciò che tre
giorni prima sembrava irrealizzabile.
Non è ancora
finita, giovedì partirò con la Nazionale per l'ultima prova di Coppa del Mondo
in Francia e, potete scommetterci, darò l'anima.
Rock on.
Jack
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