lunedì 1 luglio 2013

AMORE E ODIO


Ieri sono tornato a correre dopo un weekend di stop forzato per l'esame e per recuperare al meglio dall'infortunio di due settimane fa al braccio sinistro, che ora sta bene. Sono contento per come ho recuperato bene da quella caduta anche se tra una cosa e l'altra nelle ultime due settimane sono uscito poco in bici e ho perso un po' della brillantezza che avevo raggiunto con tanta fatica.
Era molto tempo che sentivo parlare della famosa "Via del Sale", una gran fondo che negli anni è diventata famosa per vari motivi... Di gare del genere ce ne sono poche in giro, visto che subito dopo la partenza si inizia a salire su una strada in asfalto per alcuni km, poi si entra in uno sterrato sempre in salita con dei muri pazzeschi ed è qui che ho perso le ruote dei primi 10 che avevano un ritmo incredibile. Dopo ogni curva ti accorgi che la salita si fa ancora più dura, pendenze impossibili e l'unico sollievo sono quei tratti d'ombra che ti regala il bosco in cui ti senti davvero rinascere. Poi il bosco finisce e dopo il tratto finale di salita si inizia a scendere, ma la festa finisce presto. Infatti dopo poco inizia la seconda salita, quella meno dura è vero, ma interminabile, che alterna tratti di strada bianca molto larga e tratti di asfalto piuttosto lunghi. Non finisce più, mentre cerchi di salire regolare vedi la pelle che brucia sotto il sole, ma non te ne rendi conto perché sei in montagna e la temperatura non è poi così alta. Tornante dopo tornante inizi a maledire la salita, guardi in alto, verso la cima, e ti rendi conto che è ancora lunga, così metti un rapporto più agile e cerchi di salvare la gamba per la fine, ma allo stesso tempo vuoi spingere e finire al più presto quell'agonia.
Ieri ho cercato di gestire le energie e controllare i miei avversari, sono salito con un buon passo anche se non era proprio quello dei giorni migliori. E' stata una bella sfida quella con Adriano Caratide che per diversi km mi ha fatto tirare come un dannato per prendere le sue ruote, alla fine ce l'ho fatta ma nel finale aveva una marcia in più ed è riuscito a staccarmi prendendo in testa la discesa finale.
Una discesa del genere non l'avevo mai fatta, siamo scesi per diversi km lungo delle piste da sci dove la velocità era imbarazzante, 50-60 km/h per lunghi tratti in ghiaia. Ad un certo punto è rientrato su di me Debertolis che con l'esperienza di un ex campione del mondo mi ha superato e preceduto sul traguardo di qualche secondo. Sono 11° assoluto con un po' di rammarico e soprattutto stanco.
All'arrivo la fatica si fa fatta sentire, era da molto che non facevo una salita così lunga e così dura.


Che poi la salita è così, la ami e la odi. Personalmente sono più le volte in cui la amo. Ad esempio in allenamento, quando non hai per forza la foga di arrivare per primo o di dover staccare qualcuno che ti segue come un'ombra, e la ami con tutto te stesso quando in cima alla strada ti regala un paesaggio unico.
Ma sono tante anche le volte in cui la odi, con tutto te stesso, quando esci in bici e becchi la giornata no ma te ne accorgi per davvero solo quando ormai stai salendo, oppure quando in gara hai finito le forze e lei ti respinge pedalata dopo pedalata, senza farti sconti. La odi quando ti fa versare sudore e hai finito l'acqua nella borraccia, e ancora quando pensi sia finita e invece ti presenta altri metri da fare.
La ami e la odi, ma alla fine è sempre lei a dare la gloria a quelli che la sanno abbattere e piegare un po' alla volta. E' lei a decidere corse come il Tour de France, ad aver fatto la storia e a fare emozionare milioni di persone, il bello della salita è che è per tutti. E' una sfida che significa amore e odio insieme ma di cui non puoi fare a meno.
Alla fine dalla salita ci torni sempre.

Jack


1 commento:

  1. Non c'è odio, solo sano conflitto, ma se "Alla fine dalla salita ci torni sempre" è perché si tratta di vero amore!

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