Dopo la gara di Nalles è arrivata la convocazione in Nazionale, primo grande obiettivo stagionale. Quindi sono partito giovedì mattina con la Nazionale e con la mia "Beautiful Flash" per il Belgio, 2° prova di Coppa del Mondo Xco a Houffalize. Già, il
Belgio, terra di fenomeni come Merckx, ma anche più recenti come Gilbert, Boonen, Nys, Albert ecc... Terra da duri insomma. La mia
PRIMA Coppa del Mondo, che è stata per me una cosa esagerata e quasi indescrivibile. Poi indossare la maglia azzurra ha reso tutto ancora più bello e indimenticabile... Il percorso subito non mi ha colpito troppo, ma più ci giravo e più capivo i rapporti, le traiettorie, la pressione delle gomme, i punti più pericolosi e quelli dove si poteva un pò respirare (secondo me solo uno, l'arrivo). Al venerdì in prova ho fatto un volo tremendo, ma niente di grave per fortuna e dopo di che non ho più assaggiato la terra belga, davvero tosta.


Al sabato ormai la pista la conoscevo bene e mi piaceva sempre più, tecnica, dura. Le curve erano disegnate con il pennello e girarci era un FIGATA TREMENDA. Il gruppo di ragazzi e ragazze era perfetto, si stava davvero bene. Però quando al sabato scopro di partire 115° in griglia il morale un pò si abbassa, penso... Azz, 115° su 140, non è il massimo. Non mi faccio spaventare troppo anche se la lista dei partenti è davvero piena di nomi pesanti e di gente che vende carissima la pelle anche per una sola posizione. Prima dello start guardavo la mia Flash, in tiro come non mai, con su il numero 19, pronta alla battaglia più dura di sempre contro gli Juniores più forti al mondo. Con qualche spinta e gomitata riesco a guadagnare qualche fila. Quando mancano 2 minuti mi concentro e...
BAM, si parte e c'è una confusione tremenda, rumori di pedali che si agganciano, catene che saltano, forcelle che si bloccano e in particolare sento i battiti, i miei battiti, che salgono al massimo nel giro di 200 metri, e non scendono più fino all'arrivo. La gara è stata una continua rincorsa per guadagnare posizioni, spingendo in salita, in discesa e in pianura (che praticamente non c'era). Nel lancio e nei 3 giri riesco a recuperare, infilzando tanti avversari e faticando invece a tenere le ruote di altri. Ho fatto esperienza e ho capito che la World Cup è diversa dalle gare normali, qui si corre con più adrenalina, cattiveria, e con un ritmo impossibile che ti spezza polmoni e gambe. Finisco la mia gara dignitosamente in 51° posizione, 3° italiano all'arrivo. Incredibile quante persone e fotografi c'erano sul tracciato, rendendolo un "parco giochi" dei Bikers e creando un colpo d'occhio unico (guardate le foto sopra..!!). Dopo la gara non sto quasi più in piedi, mi corico per terra e chiedo a qualcuno come sono arrivato, sfinito. Sono contento della gamba che avevo, che mi da morale per domenica dove correrò a Montichiari la #2 prova degli Internzaionali d'Italia. Non scroderò facilmente questa gara, ne sono
sicuro.
Jack
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